mercoledì 14 novembre 2012

Ciò che urta la sensibilità moderna: il contenuto


Nel trattato Della pittura Leon Battista Albrti dice che la pittura tiene in sé forza divina, nel senso che rievoca: fa li uomini assenti essere presenti.
Grandissima opera del pittore sarà la storia – dopo aver lodato la convenienza e la dignità dei corpi nella composizione – dice che “sarà la storia qual tu possa lodare et meravigliare tale che con sue piacevolezza si porgerà si ornata et grata che ella terrà con diletto et movimento d’animo qualunque dotto e indotto la miri. Quello che prima dà voluptà nella istoria viene dalla copia et varietà delle cose; come ne’ cibi et nella musica sempre la novità et abondantia tanto piace quanto sia differente dalle cose antique et consuete, così l’animo si diletta d’ogni copia et varietà;”
Inoltre affinché non si dica che Alberti parli solo di problemi formali e scientifici (come credono i critici che esaltano l'arte moderna e l'insulsa poetica dell'arte per l'arte), ecco cosa dice ancora sulla storia:
“Et piacemi sia nella storia chi admonisca et insegni ad noi quello ivi si facci: o chiami con la mano a vedere o, con viso cruccioso e con li occhi turbati, minacci che niuno verso loro vada; o dimostri qualche pericolo o cosa ivi meravigliosa o te inviti a piangere con loro insieme o a ridere; et così, qualunque cosa fra loro o teco facciano i dipinti, tutto appartenga a hornare o a insegnarti la storia”.

Ecco, è proprio il riferimento al contenuto che "urta la sensibilità moderna".

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